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lunedì 24 dicembre 2012

Il governo ha scelto di non tutelare l'azionariato popolare


Il 21 dicembre è stata approvata in via definitiva la legge di stabilità 2013 che non prevede l'esenzione dal pagamento dell'imposta di bollo per depositi titoli di modesta entità (fino a 1.000 euro).
In queste settimane ci siamo impegnati per chiedere al governo di non penalizzare le esperienze di democrazia economica attraverso una petizione che è stata firmata da oltre 10.000 cittadini e alla quale hanno dato appoggio convinto anche alcune banche popolari e tutta la Federazione delle Banche di Credito Cooperativo.
I depositi titoli che verranno tassati senza rispettare alcun principio di progressività, non rappresentano ingenti ricchezze, ma sono l'espressione del desiderio di partecipazione di migliaia di persone che hanno scelto di essere protagoniste di percorsi di democrazia economica. Siamo consapevoli che gli spazi di manovra per trovare risorse per le nostre finanze pubbliche erano davvero minimi, ma siamo anche consapevoli che era possibile una scelta diversa.
Adesso guardiamo avanti. In questi 14 anni di attività Banca Etica non ha mai avuto aiuti o regali, ma si è sempre attenuta alle regole del sistema finanziario tradizionale, contando esclusivamente sull'apporto di cittadini e organizzazioni che ci hanno permesso di diventare una delle esperienze più significative di finanza alternativa a livello globale.
E continueremo insieme su questa strada.
In questi giorni di intensa attività siamo riusciti, grazie a quanti hanno sostenuto l'iniziativa, a dare visibilità e rilevanza alla nostra banca: la Commissione Bilancio del Senato ha dovuto affrontare diversi emendamenti che andavano nella direzione da noi proposta e in un ordine del giorno che impegnava il governo a rivedere la tassazione sui depositi titoli si fa esplicito riferimento a Banca Etica.
Oggi più di ieri siamo convinti che le nostre proposte debbano essere al centro dell'agenda politica: nelle prossime settimane stileremo un elenco di domande e proposte da porre a chi si vorrà candidare a guidare il paese in vista delle prossime elezioni. Le questioni finanziarie, dalla Tobin Tax alla regolamentazione dei mercati, sono di vitale importanza per lo sviluppo futuro.
Un grazie speciale a tutte le persone che si sono adoperate per dare forza alla nostra proposta e a tutti l'augurio di un sereno 2013 all'insegna dell'impegno comune per continuare insieme a fare di Banca Etica uno strumento a servizio dello sviluppo umano e ambientale.
Ugo Biggeri - Presidente Banca Popolare Etica

venerdì 21 dicembre 2012

Lazio: Ammesso il referendum propositivo sulla tutela, sul governo e sulla gestione pubblica delle acque

 Lazio: Ammesso il referendum propositivo sulla tutela, sul governo e sulla gestione pubblica delle acque

L'ufficio centrale regionale per il referendum della Corte di Appello di Roma, esaminata la documentazione presentata dal Comitato promotore, ha ammesso il referendum propositivo di legge regionale “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque”.
La proposta, sottoscritta ed aspprovata a maggioranza qualificata, da circa 40 amministrazioni locali
e sostenuta da migliaia di firme raccolte da associazioni e comitati, recepisce a livello regionale, il risultato referendario del giugno 2011, nel quale i cittadini di tutta Italia hanno espresso chiaramente la volontà di una gestione del servizio idrico che sia pubblica e libera dalle logiche di mercato.
L'ordinanza è stata comunicata, oltre che ai promotori, al Presidente del Consiglio Regionale e al Presidente della Giunta Regionale della Regione Lazio. Acqua, rifiuti, la gestione dei servizi pubblici, i beni comuni entrano in maniera chiara e limpida nella prossima campagna elettorale. La prossima maggioranza dunque non potrà ignorare la volontà popolare: la proposta di legge sarà infatti sottoposta a referendum regionale nel caso in cui il Consiglio Regionale non affronti l'argomento nei 12 mesi successivi al suo insediamento.
Per info: www.referendumacqualazio.it

venerdì 14 dicembre 2012

ACQUA, I PADRONI DI TUTTO. CHI NON VUOLE I DISSALATORI DI PONZA E VENTOTENE. VEOLIA CI GUADAGNA


Da Latina Oggi del 13 dicembre 2012

ACQUA, I PADRONI DI TUTTO. CHI NON VUOLE I DISSALATORI DI PONZA E VENTOTENE. VEOLIA CI GUADAGNA

di Graziella Di Mambro

C'era un anello mancante nello strano caso della mancata costruzione dei dissalatori sulle isole di Ponza e Ventotene, dove l'acqua potabile continua ad arrivare su navi cisterna. I due impianti dovevano essere completati entro il 2006, sono passati invano altri 6 anni e oltre 6 milioni di euro spesi ogni anno per pagare i trasportatori (Vetor) e Acqua Campania. Chi non li ha voluti costruire? Ufficialmente il ritardo è dovuto ai Comuni di Ponza e Ventotene. Ma in realtà c'è chi ha interesse a ritardare: Veolia, il socio di minoranza di Acqualatina.
C'erano una volta due progetti utili entrati, tra gli altri, nel piano di investimenti di Acqualatina e che dovevano essere realizzati con la collaborazione finanziaria della Regione Lazio. Sono i dissalatori di Ponza e Ventotene, mai costruiti; per un certo periodo il loro costo è stato anche ammortizzato sulle bollette dell'acqua ma poi il ricavato è stato spostato su altre voci sempre di investimento. Nessuno si è ancora spiegato, fino ad oggi, perché non si riesca a costruire sulle isole due impianti del costo di 9 milioni di euro e nel frattempo l'acqua arrivi su navi cisterna pagate dalla Regione Lazio oltre 6 milioni di euro l'anno. Acqua che peraltro viene fornita gratuitamente dal Comune di Cassino su convenzione della Regione Lazio con la società Acqua Campania, la quale la vende alla Regione Lazio medesima dopo averla portata a Napoli tramite l'acquedotto della Campania Occidentale pagato dalla Cassa per il Mezzogiorno. Acqua Campania mette nelle sue casse milioni di euro solo per fare da passacarte, posto che la rete è stata pagata dallo Stato. Il caso e il data base delle Camere di Commercio aggiungono qualcosa a questa curiosa storia. Acqua Campania è partecipata per il 24% da Veolia, il gruppo francese che è anche socio di minoranza di Acqualatina, la società che doveva costruire insieme alla Regione Lazio e all'Ato4 i dissalatori di Ponza. Se partono i dissalatori Acqua Campania non guadagnerà più i soldi delle navicisterna. Il termine ultimo per costruire i due dissalatori era il 2006, dopo l'Ato4, presieduto da Armando Cusani come presidente della Provincia di Latina, doveva caricare sul suo bilancio l'onere degli impianti. Dunque Acqualatina (e Veolia) non rischiano nulla per i ritardi, essendo l'Ato4 l'organo di controllo pubblico del gestore delle acque. Nello stesso periodo in cui scadeva il termine ultimo per costruire i dissalatori all'interno del consiglio di amministrazione di Acqualatina S.p.A., per conto del socio privato Veolia c'era Giansandro Rossi, consigliere di amministrazione anche di Acqua Campania. A presiedere lo stesso cda c'è Stefano Albani che è anche amministratore delegato di SiciliaAcque, altra società controllata da Veolia indirettamente, attraverso Idrosicilia. Sempre casualmente succede che in Sicilia si verifichi lo stesso «giro» dell'acqua. La quale viene prelevata a prezzo fisso dai pozzi sulla base di una convenzione con la Regione, ma poi la stessa Regione Sicilia la ricompra dalla società a prezzo maggiorato e questo scherzetto è costato 50 milioni di euro all'ente pubblico ma è valso circa 45 milioni a quelli di Siciliaacque e Veolia medesima. Che comunque ha le mani su quasi tutti gli acquedotti del sud, compreso il 47% del pacchetto azionario di Sorical (acquedotto della Calabria) in cui fino a poco tempo fa l'amministratore delegato era Raimondo Besson, oggi ad di Acqualatina S.p.A. per conto del socio privato Veolia. Perché Besson dovrebbe incatenarsi per costruire i dissalatori sulle isole, pur avendo detto sempre che sono utili e Acqualatina li vuole, sapendo che questi danneggiano economicamente la società che lo ha messo a fare l'ad in Acqualatina e in Sorical? È una domanda difficile. Alla quale sicuramente la Regione Lazio non ha voluto rispondere e nemmeno i Comuni e men che mai l'Ato4 che si è tenuta le due isole in queste condizioni senza arrabbiarsi mai. E anzi proprio l'Ato4 ha appena festeggiato «dieci anni di successi». Di chi?

Acqualatina, il ruolo chiave
Acqualatina accetta la gestione del servizio nel 2002 impegnandosi a costruire i dissalatori sulle isole entro il 2006, mette il costo in bolletta ma poi lo dirotta su altre opere. L'Ato4 e la conferenza dei sindaci avallano.
Acqua Campania, trasportatori
Acqua Campania si prende gratis l'acqua a Cassino regalata dalla Regione Lazio, la porta a Napoli con una rete costruita dalla Casmez e poi la rivende alla Regione Lazio che paga e non si lamenta sui dissalatori.
Siciliacque, cattivo esempio
In Sicilia c'è un «giro» analogo dell'acqua, venduta a prezzo fisso e poi ricomprata a prezzo maggiorato. I nomi che figurano nella società sono gli stessi di Acqua Campania.

ALL'OMBRA DI MISTER PISANTE. LE TRACCE DELL'UOMO CHE STA OVUNQUE SI TROVANO RETI IDRICHE

Dovunque si parla di gestione delle reti idriche e del business dell'acqua si trova un nome, quello di Giuseppe Antonio Pisante. Seguire le sue tracce vuole dire entrare in un ginepraio di società che portano sempre allo stesso posto: il settore dell'acqua e dei rifiuti. Stava dentro l'Acquedotto Pugliese, essendo originario di quelle parti (pur se trapiantato a Milano da molti anni), società che all'inizio della gestione aveva il 23% delle quote del pacchetto privato di Acqualatina S.p.A. Diciamo pure che contava qualcosa dentro il gestore delle acque di Latina. E infatti quando scatta l'indagine sugli appalti in house (con provvedimenti poi revocati dalla stessa Procura di Latina, che li aveva chiesti) gli uomini dei soci privati della società, ossia Silvano Morandi e Bernard Cyna parlano spesso di Giuseppe Pisante nelle mail che si scambiano a proposito dei futuri servizi da porre in appalto. Per esempio: «... dobbiamo far capire questo ai nostri amici di ENEL e a mister Pisante». Di Pisante parla spesso Raimondo Besson con Cyna, come risulta dal fascicolo dell'inchiesta e dagli atti del GIP del Tribunale di Latina. Pisante è uno dei privati che controllano Sicilia Acque insieme a Veolia e ad ENEL. Quando l'Acquedotto Pugliese ha lasciato il pacchetto azionario di Acqualatina a chi ha venduto? Ad ENEL Hydro che aveva già un suo 23% e che sommato a quello di Acquedotto Pugliese faceva il 46%, esattamente la quota che poi ENEL ha venduto a Veolia facendola diventare il primo azionista privato di Acqualatina S.p.A.

martedì 4 dicembre 2012

Chiusa Acqualatina per manifesta illegalità

Tratto da: http://acquapubblica.altervista.org/spip.php?article73

In occasione della riapertura degli uffici del gestore privato Acqualatina (ATO4) alcuni cittadini ed i componenti del Comitato Acquapubblica Anzio-Nettuno hanno effettuato un flash-mob murando l’entrata degli uffici stessi. La “murata” è stata effettuata in maniera simbolica, adoperando pannelli di polistirolo, sono stati affissi cartelli che invitavano gli utenti a boicottare il gestore privato effettuando il ricalcolo della bolletta decurtandole il -7% (come previsto dal risultato referendario del giugno 2011) aderendo così alla Campagna di obbedienza Civile, iniziativa promossa a livello nazionale dal Forum dei Movimenti per l’Acqua. Dopo gli accertamenti effettuati dalle forze dell’ordine (i quali non hanno registrato alcuna infrazione) , i manifestanti si sono spostati sulla strada laterale (Via S.Barbara) e attraversando ripetutamente le strisce pedonali hanno continuato a volantinare la loro denuncia agli automobilisti di passaggio, sottolineando l’immobilità dei sindaci delle due cittadine nei confronti dell’ato 4 e del di Acqualatina S.p.A. rispetto all’allarme, ancora irrisolto dell’arsenico; in barba agli impegni presi con la Comunità Europea ed ai danni della salute di tutti i cittadini.
Comunicato stampa del 26-11-2012
Il giorno 22 novembre scorso, presso la sede di Acqualatina S.p.a.di Via della Primule a Nettuno, in occasione della riapertura degli uffici, alcuni cittadini ed i componenti del Comitato Acquapubblica Anzio-Nettuno hanno effettuato un flash-mob “murando” simbolicamente l’entrata degli uffici stessi con l’affissione, di cartelli che invitavano gli utenti a boicottare il gestore privato del Servizio idrico, in applicazione di quanto previsto dal risultato referendario del giugno 2011, aderendo così alla Campagna di obbedienza Civile, iniziativa promossa a livello nazionale dal Forum dei Movimenti per l’Acqua.
Dopo gli accertamenti effettuati dalle forze dell’ordine (i quali non hanno registrato alcuna infrazione) , i manifestanti si sono spostati sulla strada laterale (Via S.Barbara) e attraversando ripetutamente le strisce pedonali hanno continuato a volantinare la loro denuncia agli automobilisti di passaggio.
Con questa iniziativa si intende denunciare per l’ennesima volta l’immobilità ingiustificata dei sindaci di Anzio e Nettuno nei confronti dell’ATO 4 e del gestore Acqualatina S.p.A. che, ancora una volta, infischiandosene della tutela della salute dei cittadini, non prendono nessun provvedimento né per l’abbattimento della tariffa idrica in applicazione della nuova normativa scaturita dai referendum del 12 e 13 giugno 2011, né rispetto all’allarme, ancora irrisolto dell’arsenico; in barba agli impegni presi con la Comunità Europea che scadranno il 31 dicembre di quest’anno. Dal primo gennaio del 2013 l’acqua della rete idrica potrebbe non essere più potabile e i sindaci Chiavetta e Bruschini restano a guardare in attesa che avvenga il miracolo di Natale: la sparizione dell’arsenico e degli altri inquinanti dall’acqua che beviamo.
Consapevoli che il problema sia solo di carattere politico, i cittadini sono stanchi di essere presi in giro e che la volontà espressa nel voto referendario ancora non sia stata applicata. Quando ormai la “macchina” elettorale ha preso il via, ci chiediamo per quale motivo si debba ancora votare per candidati che non hanno nessuna intenzione di provvedere ai bisogni della comunità.
Evidentemente gli scopi elettorali dei futuri candidati al governo della città sono diversi dalle richieste e dalle aspettative degli elettori. Pertanto l’unico strumento che i cittadini hanno disposizione è quello di fare da soli, organizzandosi nella protesta e aderendo alla campagna “obbedienza civile”, che oggi ha già portato più di mille famiglie di Anzio e Nettuno, centinaia di migliaia in tutta Italia, a ricalcolare le bollette idriche pagando quello che prevede la legge.

lunedì 12 novembre 2012

MORTALITÀ E MALATTIE CORRELATE ALL’ESPOSIZIONE ALL’ARSENICO


Ambiente & Salute
VITERBO, PRESENTATI I DATI CIRCA MORTALITÀ E MALATTIE CORRELATE ALL’ESPOSIZIONE ALL’ARSENICO

“Valutazione Epidemiologica degli effetti sulla salute in relazione alla contaminazione da Arsenico nelle acque potabili nelle popolazioni residenti nei comuni del Lazio”

Redazione
Si è svolta presso la sede dell’Ordine dei Medici – Chirurghi ed Odontoiatri a Viterbo la conferenza stampa che ha  presentato lo studio “ Valutazione Epidemiologica degli effetti sulla salute in relazione alla contaminazione da Arsenico nelle acque potabili nelle popolazioni residenti nei comuni del Lazio”.  Questo recentissimo studio, realizzato dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale della Regione Lazio, ha valutato gli effetti  sullo stato di salute delle popolazioni residenti nei 91 comuni del Lazio sottoposti negli ultimi 10 anni a regime di deroga per i livelli di arsenico, sostanza tossica e cancerogena, nelle acque destinate a consumo umano . Lo studio illustrato dalla dottoressa Antonella Litta, referente dell’Associazione italiana medici per l’ambiente  (International Society of Doctors for the Environment - Italia) e dal dottor Luciano Sordini, segretario della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale -  sezione di Viterbo, ha focalizzato l’attenzione in particolare sui dati rilevanti e preoccupanti circa  mortalità e malattie correlate all’esposizione all’arsenico nei  cittadini  residenti  in tutti i comuni  interessati della Provincia di Viterbo. Presenti alla conferenza stampa medici, rappresentanti delle istituzioni, cittadini impegnati nei comitati locali in difesa della salute e giornalisti. Al termine dell’incontro la dottoressa Antonella Litta e il dottor Luciano Sordini, anche a nome del Consiglio dell’Ordine dei Medici- Chirurghi  di Viterbo,  sono tornati a chiedere a tutte le istituzioni  il pieno rispetto delle vigenti disposizioni di legge e l’attuazione, come già più volte indicato, di interventi rapidi e risolutivi per la completa dearsenificazione delle acque ad uso potabile. L’avvio di una informazione corretta e diffusa rivolta a tutti i cittadini residenti nei Comuni  della  provincia di Viterbo e in particolare nelle scuole, negli ambulatori medici, nelle strutture militari e carcerarie, come la necessità di studi di monitoraggio della salute delle persone e in particolare dei bambini, come segnalato anche nelle conclusioni dello studio in questione. Infine, hanno indicato come possibile iter per garantire subito la sicura e completa salubrità delle acque di cui la dearsenificazione e' parte sostanziale, che le  amministrazioni comunali, provinciali, regionali e le autorità e le società di gestione dei servizi idrici, agiscano  immediatamente utilizzando le migliori tecnologie disponibili, per l'acquisto, messa in opera e gestione delle quali potrebbero utilizzare anche fondi propri, avviando successivamente le procedure di recupero di quanto anticipato e speso a tutela della salute pubblica.

giovedì 8 novembre 2012

erba gazzelle leoni e turisti

Tratto da finanzaonline 0ttobre/2012
 

erba gazzelle leoni e turisti


"La crisi che sale dal basso" (di Uriel Fanelli) 

Ho ricevuto una richiesta, ovvero una domanda, che recita piu' o meno cosi': "ma se c'e' la crisi e se ci sono 2.8 milioni di disoccupati in Italia, perche' vedo ancora ristoranti pieni e belle auto in giro?". La domanda sotto sotto e' meno stupida di quanto non sembr...i a prima vista, e la risposta e' che ... le grandi crisi arrivano dal basso.

Provate ad immaginare una ipotetica catena alimentare. C'e' l'erba che nutre la gazzella, la gazzella che nutre il leone, il leone che fa arrivare i turisti che pagano il parco naturale per mantenere tutto questo intatto.

Avuta l'immagine? Mettetela da parte e andiamo a ragionare, la ritroveremo in seguito.

Partiamo dal presupposto che i 7/8 del paese vivano di rendita. Che cos'e' una rendita? La rendita e' una posizione tale per cui , una volta raggiunta, non occorra alcuno sforzo competitivo per essere mantenuta. Facciamo alcuni esempi:

1. Ho comprato due appartamenti e li affitto. In tal caso, vivo perche' ho comprato due case. Posizione di rendita classica.
2. Una legge dice che ogni azienda debba avere una contabilita' certificata e quindi io faccio il commercialista oppure sono CNA, Conf* e offro servizi di contabilita'.
3. Una legge dice che la scuola e' obbligatoria e io vendo/stampo libri scolastici che le famiglie sono costrette a comprare, perche' la legge impone anche il titolo dei libri senza dare scelta.
4. Una legge impone che tutti i negozi abbiano una certificazione X sugli impianti elettrici e io devo andare per forza da un elettricista abilitato a tali certificazioni.
5. Una legge impone che le auto debbano essere collaudate e testate ogno tot anni e io ho un'officina automobilistica.
6. Per essere ascoltati da una assicurazione dopo un incidente occorre che scriva un avvocato, e io faccio proprio l'avvocato e il mio lavoro e' per cospicua percentuale di fare lettere alle assicurazioni.

Potremmo continuare all'infinito. Ebbene, se il mondo del lavoro in se' e' l'erba, questo e' il primo strato di rendite , diciamo che la gazzella mangia l'erba.

Sulla gazzella poi ci sono le aziende di servizi terziari, diciamo ditte di software per commercialisti, case editrici, corsi di qualificazione per elettricisti, corsi di qualificazione per meccanici, tirocinii poco pagati di giovani avvocati.

Sopra tutto c'e' l'industria dei consumi di lusso, come vacanze, ristoranti, macchine costose, e tutti gli indicatori coi quali voi leggete che "non vedete la crisi". E' il leone che mangia la gazzella.

Tutto questo va a vantaggio di chi mantiene il parco, il turista,che in cambio di tutta questa scena mette in atto le tutele che servono (leggi, tribunali, ospedali, strade, etc) al parco per funzionare.

Ora, adesso andiamo al punto: questa crisi sta colpendo il mondo del lavoro. Si sta, cioe', seccando l'erba. Ma attenzione: siamo ancora in una prima fase.

La famiglia continua a svenarsi per pagare i collaudi all'auto -cui non puo' rinunciare- , a pagare i libri ai figli -sso' pezz'e core- , i negozi pagano le certificazioni agli elettricisti, i negozi pagano i commercialisti per i bilanci, e cosi' via.

Quindi l'erba e' un pochino giallina, insomma non e' piu' un bel prato verde, ma ancora le gazzelle non muoiono di fame.

Cosi', voi siete come turisti che vanno al parco e si trovano i leoni, le gazzelle, e un'erba che si, e' gialla e secca. Poiche' loro badano ai leoni e alle gazzelle (semmai volessero vedere erba potrebbero scegliere altre mete), nessuno nota che l'erba e' secca. Ci sono i leoni e ci sono le gazzelle: il parco e' OK.

Allo stesso modo, quando dite che i ristoranti sembrano ancora pieni e che ci sono le code sulle autostrade per andare al mare e vedete un sacco di macchinoni, state osservando solo leoni e gazzelle. Che ancora vivono.

E se guardaste anche l'erba, notereste che e' gialla.

In realta' neanche le gazzelle sono quelle di prima: la verita' e' che voi come turisti non notate se in un giorno incontrate 100 gazzelle o ne incontrate 80. Per voi ce ne sono gia' abbastanza.

Cosi' quando dite: i ristoranti sono pieni, mi viene da chiedere se avete contato i ristoranti. Forse non sono piu' cento, ma 80. E cambia, perche' fa gia' -20%.

Cosi' il ristorante e la gazzella hanno una cosa in comune: quando hanno abbastanza cibo, li vedete in buona salute. Se non hanno abbastanza cibo, muoiono e non le vedete piu'. Cosi' vedete ancora 80 ristoranti pieni, ma non vedete i 20 che hanno chiuso.

La crisi, cioe', viene dal basso, e quando potrete finalmente notarla perche' i ristoranti da 100 sono diventati 30, ormai sara' troppo tardi.

In Italia il mondo delle rendite e' enorme, e spesso si basa su consumi di base: libri scolastici, affitti, automobili, riscaldamento, casa, vestiti. Nelle aziende si basa su servizi di base, contabili, burocratici, eccetera.

E se le rendite in Italia sono i 7/8 della ricchezza, significa che anche distruggendo il 50% del lavoro, i pochi sipravvissuti si troveranno a mantenere la stessa catena alimentare.

Se ci pensate, immaginate che da domani l'erba sia la meta'. Le gazzelle inizieranno a correre qui e la' per mangiarla tutta, e non mangeranno di meno. Ma in percentuale, mangeranno molta piu' erba. A quel punto, l'erba non si riprodurra' piu', e dopo qualche tempo , quando tutto sara' deserto e non ci sara' un filo d'erba, solo in quel momento le gazzelle cominceranno a morire.

Ma, e qui viene il bello, il parco rimarra' in piedi. Rimarra' in piedi perche' quando ci saranno piu' gazzelle deboli per la fame, ai leoni sara' piu' facile la caccia. Cosi', inizialmente vedrete una drastica diminuzione di erba, una grossa diminuzione di gazzelle, ma il turista vedra' un bel sacco di leoni! Che bel parco!

Questa e' la fase che si ottiene quando si inizia a parlare di "industria del lusso vincente" nel mezzo di una crisi. Le poche aziende forti fagocitano il mercato avendo agio di distruggere quelle deboli, che agonizzano. In questo stato, si nota un aumento di dimensione delle aziende, e persino una crescita di stipendio (perche' le grandi aziende hanno i dirigenti che alzano la media).

In un paese come l' Italia, ove le rendite sono i 7/8 della ricchezza, occorreranno ancora ANNI prima che vediate i ristoranti vuoti.

A questo si aggiunge il fatto curioso che i turisti danno da mangiare ai leoni: lo stato, cioe', paga 3.600.000 stipendi ogni mese. I quali finiscono anche a sfamare i leoni ed annaffiare l'erba del parco, sfamando cosi' le gazzelle. In questa situazione, cioe', si aggiunge un fattore di inerzia, per il quale lo statale spende ancora quanto prima, e continua ad alimentare il ciclo economico.

3.600.000 famiglie che comprano libri scolastici costosissimi, che pagano automobili , eccetera, sono un bell'aiutino. Che non risolve la situazione, certo, ma se sfamano i leoni, possiamo rivendere il parco come "parco dei leoni", e alla fine dei conti chissenefrega di gazzelle ed erba? Siamo il parco dei leoni! O meglio, la nazione del cibo biologico, del vestire bene, insomma la nazione del lusso.

Cosi', avete ancora dei leoni in giro, e dite "ehi, ma dov'e' questa siccita'? A me senbra che il parco sia bellissimo!E' pieno di leoni!".

Non vi accorgete di tutto questo perche' alla fine l'erba non l'avete mai guardata, e anche le gazzelle sono belle ma insomma, voi siete al parco per vedere i leoni.

Allora voi guardate i ristoranti pieni e le code in autostrada, ma quelli non sono i disoccupati o il mondo del lavoro: quello sono gli strati superiori della catena alimentare.

Com'e' una crisi che arriva ai livelli alti della catena alimentare?Allora, una crisi che ha quasi ammazzato tutta l'erba e molte le gazzelle e' la crisi passata dall' Irlanda.

Lavoro a pezzi , privati e PMI nella *****, indebitati sino al collo. Ma i leoni ancora forti e il parco ancora attraente.

Se osservate la Spagna, notate che crepano di fame anche i leoni, cioe' Banche , assicurazioni , immobiliare e terziario, e i turisti stanno calando sempre di piu' perche' lo stato e' in bancarotta.

Se osservate la Grecia, non e' rimasto nulla e i turisti non vanno piu' a sostenere il parco perche' lo stato e' a pezzi (1). Erba, gazzelle e leoni sono morti.

L' Italia in questo momento sta per entrare in quella che io definirei "fase irlandese", quella ove si sgonfiano i debiti e le aziende si piegano su se' stesse. Il governo irlandese ha reagito detassando le aziende e sistemando i debiti, il governo italiano ha reagito tassando ancora le aziende e sostenendo i debiti, cioe' seminando ancora piu' crisi.

La terza fase, quella spagnola, e' ancora in incubazione, con le banche italiane in difficolta' e l'immobiliare che comincia a mostrare il fiatone. Per ora lo stato ha prestato soldi ad MPS (nel decreto spending review! ah! ah! ah!) , e sull'immobiliare ha piazzato un IMU, cioe' ha seminato ancora piu' crisi.

L'ultima fase e' quella greca, in cui lo stato smettera' di essere il turista che sfama i leoni, ovvero smettera' di dare soldi. Tagli, tagli e ancora tagli, licenziamento di statali e tagli alle retribuzioni. Qui sarete nella fase greca, che si sta preannunciando con l'indebolimento dei contratti di lavoro statali.

In questa fase l'italia e' ancora nella fase pre-irlandese, con due differenze:

1. I rimedi applicati sono peggiori del male.
2. Si notano tutti i sintomi delle fasi successive, gia' presenti e distinti.

Quindi no, ancora per il 2012 e forse il 2013 non vedrete, sulle strade , sintomi evidentissimi di crisi. Vedrete meno gazzelle, meno erba, ma ancora molti leoni. A voler cercare potreste notare erba secca e gazzelle molto magre, ma preferite guardare i leoni.

Ma questo e' dovuto ad una crisi che sale dal mondo del lavoro, ovvero dalla sua precarizzazione. Sale dal basso, e siccome i consumi che misurate non sono MAI stati tipici della working class, notate poco il loro calo.

Ma questo non significa che non ci sia crisi. Significa che voi non guardate l'erba perche' misurate la ricchezza di un parco dal numero di leoni. Voi misurate la ricchezza in macchine di lusso, ristoranti costosi pieni, vestiti firmati, e questi non sono i consumi della working class. Cosi' non potete notare il crollo dei consumi che avviene alla base dell'economia.

Se misuraste parrucchieri economici avreste notato che la working class si taglia i capelli meta' volte di prima in un anno, anche meno. Se misuraste i mercatini rionali notereste che le sciure hanno una sporta dove prima ne avevano due. Se misuraste i consumi tipici notereste , anziche' il numero uguale di macchine di lusso, un numero sempre piu' esiguo di utilitarie (un 30% in meno di immatricolazioni non si fa coi SUV, sapete? Non pesano il 30% del mercato, quelli).

Quindi il parco e' in piena siccita'. Per ora non lo notate quando guardate i leoni, potreste notarlo sulle gazzelle, e lo notereste di sicuro se guardaste l'erba.

Per ora, non noterete nulla.

Le fasi successive sono veloci, scoppiano in fretta (avete visto la Spagna?) e colpiscono durissimo in pochissime settimane.

Continuerete cosi' per un pochino, convinti che siete stabili, cosi' come dicevano spagnoli e greci. Poi, improvvisamente, il botto: le banche hanno bisogno urgente di aiuto. Sono i leoni che non trovano piu' gazzelle. E quando andrete a vedere, scoprirete che le gazzelle sono estinte da tempo, e che l'erba non si vede piu' da anni. Prima direte, come gli spagnoli, che bastano 14 miliardi. Poi 40. Poi 100. Adesso siamo gia' a 300. Perche' mano a mano che andate a cercare di salvare i leoni, prima contate quante poche gazzelle siano rimaste, e poi andate a misurare quanta erba ci sia ancora a terra. E mano a mano che risalite la catena, scoprite danni sempre piu' grandi.

Sono crisi che si preparano per molti anni, ma poi scoppiano in poche settimane.

E le vedete solo se guardate l'erba. I leoni, fino all'ultimo, vi sembreranno sani. 
(Uriel Fanelli)

(1) Qualcuno mi dice che lo stato greco ha i conti in ordine. Oh, si. Gli statali greci hanno avuto lo stipendio ridotto da livelli europei a 400 euro al mese, pero'. Diciamo che di leoni, i nostri turisti, ne sfamano pochini.

sabato 3 novembre 2012

Jak Bank Italia

Cos’è JAK

JAK è un acronimo in lingua svedese: Jord, Arbete, Kapital. In italiano Terra, Lavoro, Capitale, tre elementi di base del sistema economico.
JAK Medlemsbank è una banca che opera in Svezia dal 1973 utilizzando un metodo molto particolare: i risparmiatori non ricevono interessi sul capitale versato, mentre coloro che prendono prestiti pagano unicamente una commissione, corrispondente ai costi di gestione della banca.
JAK è una teoria economico-finanziaria che afferma che il denaro è stato inventato e va utilizzato allo scopo di migliorare la qualità della vita degli esseri umani.
JAK è un gruppo di italiani che operano per trasformare questa teoria in concreta realtà, anche qui in Italia.
JAK è un progetto di futuro volto a realizzare un soggetto bancario che si faccia promotore della circolazione del denaro e della redistribuzione della ricchezza. Gli attuali scenari economici e finanziari mostrano quanto il tradizionale modello induca, da un lato, alla contrazione dei risparmi; e, dall’altro, a una crescente difficoltà a rimborsare il debito, visti gli alti costi dei finanziamenti. Conseguenza di tutto ciò è l’aumento della disuguaglianza tra persone benestanti e quelle in disagio economico. Jak Italia propone un progetto di business sociale “no profit”: obiettivo è la sostenibilità economico-finanziaria, non la massimizzazione del profitto, tanto che i capitali prestati non sono remunerati da interessi ma solo da contributi necessari a sostenere le spese di gestione. Mira, inoltre, a sostenere lo sviluppo di una coscienza ambientale e il credito all’economia locale.
Una nuova immagine di banca, insomma, prende vita: una banca gestita dalle persone (ogni socio gode di un voto nell’assemblea) che mettono a disposizione di altre persone i propri risparmi. Un luogo in cui i soci non pagano, né ricevono interessi. Un sistema virtuoso e sostenibile che mette i soci al riparo anche dall’inflazione in quanto la perdita di potere d’acquisto è compensata dalla possibilità di ricevere finanziamenti a costo ridotto.