Attiviamoci per l'acqua pubblica nel Lazio
Se credi nella causa dell'acqua pubblica attivati: nessuno può farlo al tuo posto!
Lo
scorso 20 luglio la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale
l'articolo 4 della "manovra di ferragosto" con la quale, a soli due
mesi dai referendum di giugno 2011, il Governo Berlusconi calpestava la
volontà popolare reintroducendo la privatizzazione dei servizi pubblici
locali. Questa sentenza blocca anche tutte le modificazioni successive,
compresa quelle del Governo Monti che andavano nella stessa direzione
privatizzatrice.
Il 24 luglio il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso sulle forzature
procedurali, effettuate nell'assemblea capitolina dalla maggioranza di
Alemanno. Di fatto, viene bloccata la vendita del 21% delle quote di
Acea.
Sono vittorie importanti per la democrazia di questo Paese, e un
prezioso contributo per tutti i territori impegnati nella
ripubblicizzazione del servizio idrico.
Nella Regione Lazio è in
corso una raccolta firme per presentare in Regione una proposta di legge
per la gestione pubblica e partecipata del servizio idrico, nel pieno
rispetto degli esiti referendari. E' un nuovo impegno assunto da
cittadini e associazioni per contrastare i disegni di legge finora
circolati in Regione, che mirano invece a definire il servizio idrico
come "servizio di rilevanza economica".
E' quindi necessario un nuovo impegno da parte di tutti e tutte,
affinché la straordinaria vittoria di giugno scorso trovi la sua giusta e
piena attuazione.
Firma e fai firmare la legge per la gestione pubblica e partecipata dell'acqua nel Lazio!
Sul sito www.referendumacqualazio.it trovi dove firmare, tutti i materiali per fare diffusione e le informazioni per raccogliere le firme.
Ogni contributo è importante: almeno 50.000 firme dovranno essere consegnate entro il 15 settembre.
Se credi nella causa dell'acqua pubblica attivati: insieme vinceremo ancora!
Coordinamento Romano Acqua Pubblica
Dopo 10 anni dalla fondazione, completato il progetto dell'Ecomuseo di Cori, l'associazione Argonauti ODV è stata sciolta. Ringraziamo ogni persona volontaria e chiunque abbia sostenuto l'associazione. In particolare, dedichiamo l'area del progetto Ecomuseo alla persona di Claudio Conti, recentemente scomparso, la cui memoria vivrà negli alberi che lui stesso ha fatto crescere, creando una delle più ricche aree di biodiversità dell'intera provincia, forse seconda solo al Giardino di Ninfa.
LA GOCCIA SCAVA LA ROCCIA
PER DONARE IL TUO 5 X 1000
AD ARGONAUTI ONLUS INDICA SULLA DICHIARAZIONE DEI REDDITI NEL CAMPO APPOSITO IL CODICE FISCALE DELL'ASSOCIAZIONE: 91120830590
mercoledì 25 luglio 2012
venerdì 13 luglio 2012
La Repubblica, Giovedì 12 luglio 2012
Acea, la delibera non si può approvare, il Consiglio di Stato: "Violati i diritti"
I giudici di Palazzo Spada hanno accolto il ricorso dei consiglieri di opposizione Smedile, Quadrana e Azuni che contestavano la procedura che ha portato allo slittamento di 50mila ordini del giorno. Alemanno: "Prendiamo atto della decisione". Miccoli (Pd): "A questo punto il sindaco si deve fermare ed evitare un ulteriore disastro". Legambiente: "La delibera è contraria alla volontà dei cittadini romani"
Colpo di scena: la delibera 32, che la maggioranza capitolina contava di approvare stanotte per poi procedere alla costituzione della Holding e soprattutto alle vendita del 21% di Acea, non potrà essere messa ai voti. Lo ha stabilito oggi il Consiglio di Stato che - su ricorso di Gianluca Quadrana (lista civica per Rutelli), Francesco Smedile (Udc) e Gemma Azuni (Sel) - ha bloccato i lavori dell'Aula Giulio Cesare disponendo, su proposta dell'avvocato Gianluigi Pellegrino, la sospensiva del provvedimento per violazione dei diritti delle minoranza.
Acea, la protesta prima del voto. Occupata l'entrata del Campidoglio / Foto
In sostanza, per i giudici di Palazzo Spada esiste il fondato sospetto che la procedura che ha portato, grazie a un blitz del centrodestra finito in rissa, allo slittamento dei 50mila ordini del giorno presentati dalle opposizioni, sia illegittima.
Da qui l'ok alla misura cautelare. Che ha come effetto lo stop ai lavori del consiglio comunale, che non potrà procedere oggi alla votazione della delibera e potrà imboccare due strade: o ripristinare i diritti delle minoranze
consentendo il voto sugli ordini del giorno oppure attendere
l'udienza del prossimo 24 luglio innanzi allo stesso giudice
amministrativo che esaminerà la questione nel merito.
Reazioni. "Prendo atto della decisione - ha affermato il sindaco Gianni Alemanno - La nostra avvocatura ha presentato istanza affinché la riunione della V sezione che deve decidere definitivamente della sospensiva venga anticipata il più possibile in modo da non ritardare oltre l'iter di approvazione della delibera di bilancio".
Il presidente del consiglio comunale Marco Pomarici ha così annunciato che "su mandato unanime si è deciso di accantonare momentaneamente la delibera 32 e con la conferenza dei gruppi consiliari si è deciso di chiudere la seduta. Domani 13 luglio alle 15 è convocata la conferenza dei gruppi consiliari".
Soddisfatto il segretario del Partito democratico capitolino Marco Miccoli: "Come avevamo promesso il Pd sta utilizzando tutte le forme di lotta democratica e popolare per bloccare questa vergognosa svendita dell'Acea e dell'acqua pubblica dei romani ai soliti noti. Oggi ci conforta anche la sentenza che di fatto blocca la svendita fino al 24 luglio, data in cui la vicenda sarà discussa nel merito e nelle sedi opportune. Il Consiglio di Stato ipotizza anche il rischio di danno grave per la città e per i cittadini. A questo punto Alemanno si deve fermare ed evitare un ulteriore disastro. La smetta anche di militarizzare il Campidoglio. Basta prove di forza, Alemanno ascolti la volontà dei cittadini e non si chiuda in un bunker".
Concetto è ribadito dal consigliere democratico Dario Nanni: "Questa sentenza la dice lunga sulla folle gestione della vicenda Acea da parte del sindaco. Il primo cittadino - prosegue Nanni - che in questi mesi non si è mai presentato in aula a difendere e sostenere questa sua volontà, venga oggi a riferire su quanto deciso dal Consiglio di Stato. E' l'ennesimo smacco a questa amministrazione. In questi quattro anni Alemanno si è dimostrato campione di errori e la vicenda Acea è la dimostrazione dell'incapacità di questo governo cittadino".
Francesco Storace, leader de La Destra, twitta: "Se Alemanno ascoltasse, eviterebbe le Figuracce. Su Acea ne ha fatta una mondiale. Tre mesi di consigli comunali gettati al vento". Più esteso il commento di Nando Bonessio, presidente dei Verdi del Lazio: "Dal consiglio di stato arriva l'ennesima certificazione del carattere e della cultura del centrodestra che governa la città, una cultura autoritaria, che calpesta le regole e i diritti delle minoranze, che non rispetta il voto che milioni di persone hanno espresso col referendum del 2011, e ha a cuore solo gli interessi dei soliti noti".
Legambiente, con ilo presidente degli ambientalisti laziali Lorenzo Parlati, inviata il sindaco a "ritirare la delibera" dopo "la sberla del Consiglio di Stato. La delibera è - per Parlati - sbagliata e contro la volontà dei romani, le procedure sono folli come abbiamo denunciato con i movimenti più volte fino a scrivere al prefetto nei giorni scorsi, l'assemblea capitolina è bloccata da mesi grazie all'opposizione aiutata anche dai veti incrociati di pezzi della maggioranza. Il sindaco non può continuare a tenere ostaggio sessanta consiglieri eletti e tutta la città per non fare la figuraccia di tornare indietro su una sua decisione. Basta - conclude Parlati - è ora di mettere un punto e mi auguro vivamente che siano gli stessi consiglieri a smetterla di far trattare così una delle più rappresentative istituzioni della nostra città, come l'assemblea capitolina".
Acea, la delibera non si può approvare, il Consiglio di Stato: "Violati i diritti"
I giudici di Palazzo Spada hanno accolto il ricorso dei consiglieri di opposizione Smedile, Quadrana e Azuni che contestavano la procedura che ha portato allo slittamento di 50mila ordini del giorno. Alemanno: "Prendiamo atto della decisione". Miccoli (Pd): "A questo punto il sindaco si deve fermare ed evitare un ulteriore disastro". Legambiente: "La delibera è contraria alla volontà dei cittadini romani"
Colpo di scena: la delibera 32, che la maggioranza capitolina contava di approvare stanotte per poi procedere alla costituzione della Holding e soprattutto alle vendita del 21% di Acea, non potrà essere messa ai voti. Lo ha stabilito oggi il Consiglio di Stato che - su ricorso di Gianluca Quadrana (lista civica per Rutelli), Francesco Smedile (Udc) e Gemma Azuni (Sel) - ha bloccato i lavori dell'Aula Giulio Cesare disponendo, su proposta dell'avvocato Gianluigi Pellegrino, la sospensiva del provvedimento per violazione dei diritti delle minoranza.
Acea, la protesta prima del voto. Occupata l'entrata del Campidoglio / Foto
In sostanza, per i giudici di Palazzo Spada esiste il fondato sospetto che la procedura che ha portato, grazie a un blitz del centrodestra finito in rissa, allo slittamento dei 50mila ordini del giorno presentati dalle opposizioni, sia illegittima.
Da qui l'ok alla misura cautelare. Che ha come effetto lo stop ai lavori del consiglio comunale, che non potrà procedere oggi alla votazione della delibera e potrà imboccare due strade: o ripristinare i diritti delle minoranze
Reazioni. "Prendo atto della decisione - ha affermato il sindaco Gianni Alemanno - La nostra avvocatura ha presentato istanza affinché la riunione della V sezione che deve decidere definitivamente della sospensiva venga anticipata il più possibile in modo da non ritardare oltre l'iter di approvazione della delibera di bilancio".
Il presidente del consiglio comunale Marco Pomarici ha così annunciato che "su mandato unanime si è deciso di accantonare momentaneamente la delibera 32 e con la conferenza dei gruppi consiliari si è deciso di chiudere la seduta. Domani 13 luglio alle 15 è convocata la conferenza dei gruppi consiliari".
Soddisfatto il segretario del Partito democratico capitolino Marco Miccoli: "Come avevamo promesso il Pd sta utilizzando tutte le forme di lotta democratica e popolare per bloccare questa vergognosa svendita dell'Acea e dell'acqua pubblica dei romani ai soliti noti. Oggi ci conforta anche la sentenza che di fatto blocca la svendita fino al 24 luglio, data in cui la vicenda sarà discussa nel merito e nelle sedi opportune. Il Consiglio di Stato ipotizza anche il rischio di danno grave per la città e per i cittadini. A questo punto Alemanno si deve fermare ed evitare un ulteriore disastro. La smetta anche di militarizzare il Campidoglio. Basta prove di forza, Alemanno ascolti la volontà dei cittadini e non si chiuda in un bunker".
Concetto è ribadito dal consigliere democratico Dario Nanni: "Questa sentenza la dice lunga sulla folle gestione della vicenda Acea da parte del sindaco. Il primo cittadino - prosegue Nanni - che in questi mesi non si è mai presentato in aula a difendere e sostenere questa sua volontà, venga oggi a riferire su quanto deciso dal Consiglio di Stato. E' l'ennesimo smacco a questa amministrazione. In questi quattro anni Alemanno si è dimostrato campione di errori e la vicenda Acea è la dimostrazione dell'incapacità di questo governo cittadino".
Francesco Storace, leader de La Destra, twitta: "Se Alemanno ascoltasse, eviterebbe le Figuracce. Su Acea ne ha fatta una mondiale. Tre mesi di consigli comunali gettati al vento". Più esteso il commento di Nando Bonessio, presidente dei Verdi del Lazio: "Dal consiglio di stato arriva l'ennesima certificazione del carattere e della cultura del centrodestra che governa la città, una cultura autoritaria, che calpesta le regole e i diritti delle minoranze, che non rispetta il voto che milioni di persone hanno espresso col referendum del 2011, e ha a cuore solo gli interessi dei soliti noti".
Legambiente, con ilo presidente degli ambientalisti laziali Lorenzo Parlati, inviata il sindaco a "ritirare la delibera" dopo "la sberla del Consiglio di Stato. La delibera è - per Parlati - sbagliata e contro la volontà dei romani, le procedure sono folli come abbiamo denunciato con i movimenti più volte fino a scrivere al prefetto nei giorni scorsi, l'assemblea capitolina è bloccata da mesi grazie all'opposizione aiutata anche dai veti incrociati di pezzi della maggioranza. Il sindaco non può continuare a tenere ostaggio sessanta consiglieri eletti e tutta la città per non fare la figuraccia di tornare indietro su una sua decisione. Basta - conclude Parlati - è ora di mettere un punto e mi auguro vivamente che siano gli stessi consiglieri a smetterla di far trattare così una delle più rappresentative istituzioni della nostra città, come l'assemblea capitolina".
Da un'e-mail ricevuta e confermata
Referendum abrogazione parziale indennità
parlamentari: da diffondere!
Alzi la mano chi sapeva che presso i Comuni è possibile firmare per un Referendum abrogativo parziale sulla legge per le indennità parlamentari (Art. 2 L . 31/10/1965, n.1261).
Ben pochi, credo. Si tratta di un referendum, si, l’ennesimo referendum che però ha un fine più che nobile: il taglio degli stipendi della casta politica.
La raccolta firme si concluderà il 30 luglio 2012 (termine per la presentazione al Comitato promotore 31/07/2012).
Cosa occorre fare? Nulla di più semplice: recarsi presso il proprio Comune ed andare a firmare. Provate però a domandarvi come mai questa notizia non è passata sui giornali.
Non è che per caso c’è un forte connubbio tra i finanziamenti elargiti alla carta stampata e la casta politica? Meditate gente.
Intanto, con qualsiasi mezzo, DIFFONDETE LA NOTIZA!!!!! Voglio proprio vedere se anche stavolta la passano liscia. E poi dopo fate un salto in Comune.
Ci vogliono500.000 firme altrimenti avremo perso l’ennesima buona occasione per dare un duro colpo alla casta. Ma attenzione, la notizia è poco nota e quindi dovete DIFFONDERLA!!!!
Articolo 2 della Legge 31 Ottobre 1965, n. 1261 Ai membri del Parlamento è corrisposta inoltre una diaria a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma.
Gli Uffici di Presidenza delle due Camere ne determinano l’ammontare sulla base di 15 giorni di presenza per ogni mese ed in misura non superiore all’indennità di missione giornaliera prevista per i magistrati con
funzioni di Presidente di Sezione della Corte di Cassazione ed equiparate; possono altresì stabilire le modalità per le ritenute da effettuarsi per ogni assenza dalle sedute e delle Commissioni.
E’ solo un piccolo passo, visto che TUTTA QUESTA LEGGE meriterebbe una bella spolveratina, ma è pur sempre un passo necessario per far partire il movimento di rivolta popolare pacifica contro gli stipendi pagati al mondo della politica.
Referendum abrogazione parziale indennità
parlamentari: da diffondere!
Alzi la mano chi sapeva che presso i Comuni è possibile firmare per un Referendum abrogativo parziale sulla legge per le indennità parlamentari (Art. 2 L . 31/10/1965, n.1261).
Ben pochi, credo. Si tratta di un referendum, si, l’ennesimo referendum che però ha un fine più che nobile: il taglio degli stipendi della casta politica.
La raccolta firme si concluderà il 30 luglio 2012 (termine per la presentazione al Comitato promotore 31/07/2012).
Cosa occorre fare? Nulla di più semplice: recarsi presso il proprio Comune ed andare a firmare. Provate però a domandarvi come mai questa notizia non è passata sui giornali.
Non è che per caso c’è un forte connubbio tra i finanziamenti elargiti alla carta stampata e la casta politica? Meditate gente.
Intanto, con qualsiasi mezzo, DIFFONDETE LA NOTIZA!!!!! Voglio proprio vedere se anche stavolta la passano liscia. E poi dopo fate un salto in Comune.
Ci vogliono500.000 firme altrimenti avremo perso l’ennesima buona occasione per dare un duro colpo alla casta. Ma attenzione, la notizia è poco nota e quindi dovete DIFFONDERLA!!!!
Articolo 2 della Legge 31 Ottobre 1965, n. 1261 Ai membri del Parlamento è corrisposta inoltre una diaria a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma.
Gli Uffici di Presidenza delle due Camere ne determinano l’ammontare sulla base di 15 giorni di presenza per ogni mese ed in misura non superiore all’indennità di missione giornaliera prevista per i magistrati con
funzioni di Presidente di Sezione della Corte di Cassazione ed equiparate; possono altresì stabilire le modalità per le ritenute da effettuarsi per ogni assenza dalle sedute e delle Commissioni.
E’ solo un piccolo passo, visto che TUTTA QUESTA LEGGE meriterebbe una bella spolveratina, ma è pur sempre un passo necessario per far partire il movimento di rivolta popolare pacifica contro gli stipendi pagati al mondo della politica.
domenica 8 luglio 2012
Complimenti al grande Comitato Acqua Pubblica di Aprilia. Movimento popolare, tenacia e serietà.
Acqualatina, stipendi a rischio e casse vuote per la società idrica
di Andrea Palladino | 7 luglio 2012
Stipendi a rischio e casse vuote per Acqualatina, il gestore degli acquedotti del sud pontino, una delle prime aziende idriche privatizzate in Italia, subito dopo Arezzo. Un caso divenuto negli anni simbolo della gestione privata dell’acqua che oggi rischia di finire nel peggiore dei modi, con un calo sempre più evidente degli investimenti e aumenti delle tariffe fino a tre cifre. L’azienda – che ha come socio privato la multinazionale francese Veolia, con il 49% delle azioni – già da tempo mostrava segnali preoccupanti di sofferenza, tanto da ricorrere negli anni passati ai famigerati prodotti finanziari derivati della Depfa Bank, lo stesso istituto che ha creato non pochi problemi al comune di Milano con la gestione Moratti. Contratti che oggi potrebbero portare all’intervento della banca d’affari, grazie alle clausole che prevedono il subentro dei banchieri sul tavolo degli azionisti – comuni compresi – in caso di “eventi rilevanti”.
Secondo i rappresentanti del socio privato Veolia sono due i punti critici che hanno portato Acqualatina verso la crisi di liquidità. Al primo posto la morosità, che per l’intera provincia ha raggiunto 63 milioni di euro in dieci anni di gestione. Una parte di questa cifra comprende le bollette dei cittadini di Aprilia, città dove da più di cinque anni circa ottomila famiglie continuano a pagare l’acqua al comune, difendendo ostinatamente le loro ragioni davanti ai tribunali e ottenendo vittorie. Il consiglio comunale della città “ribelle” non ha mai votato la convenzione di gestione – radicalmente differente da quella prevista nella legge regionale – e il locale comitato acqua pubblica ha deciso sette anni fa di contestare l’affidamento del servizio idrico al gestore privato. Acqualatina ha cercato diverse volte di forzare la situazione inviando squadre di tecnici accompagnati da vigilantes privati per sigillare i contatori, in una vera e propria guerra psicologica nei confronti dei cittadini. Il management francese aveva tentato anche di recuperare le bollette pagate al comune inviando migliaia di cartelle esattoriali attraverso Equitalia, perdendo però tutti i ricorsi presentati.
segue qui: http://www.ilfattoquotidiano. it/2012/07/07/acqualatina- stipendi-a-rischio-e-casse- vuote-per-la-societa-idrica/ 286739/
--
Comitato Acqua Pubblica Velletri
acquapubblicavelletri@gmail. com
comitatoacquavelletri. blogspot.com
Acqualatina, stipendi a rischio e casse vuote per la società idrica
di Andrea Palladino | 7 luglio 2012
Stipendi a rischio e casse vuote per Acqualatina, il gestore degli acquedotti del sud pontino, una delle prime aziende idriche privatizzate in Italia, subito dopo Arezzo. Un caso divenuto negli anni simbolo della gestione privata dell’acqua che oggi rischia di finire nel peggiore dei modi, con un calo sempre più evidente degli investimenti e aumenti delle tariffe fino a tre cifre. L’azienda – che ha come socio privato la multinazionale francese Veolia, con il 49% delle azioni – già da tempo mostrava segnali preoccupanti di sofferenza, tanto da ricorrere negli anni passati ai famigerati prodotti finanziari derivati della Depfa Bank, lo stesso istituto che ha creato non pochi problemi al comune di Milano con la gestione Moratti. Contratti che oggi potrebbero portare all’intervento della banca d’affari, grazie alle clausole che prevedono il subentro dei banchieri sul tavolo degli azionisti – comuni compresi – in caso di “eventi rilevanti”.
Secondo i rappresentanti del socio privato Veolia sono due i punti critici che hanno portato Acqualatina verso la crisi di liquidità. Al primo posto la morosità, che per l’intera provincia ha raggiunto 63 milioni di euro in dieci anni di gestione. Una parte di questa cifra comprende le bollette dei cittadini di Aprilia, città dove da più di cinque anni circa ottomila famiglie continuano a pagare l’acqua al comune, difendendo ostinatamente le loro ragioni davanti ai tribunali e ottenendo vittorie. Il consiglio comunale della città “ribelle” non ha mai votato la convenzione di gestione – radicalmente differente da quella prevista nella legge regionale – e il locale comitato acqua pubblica ha deciso sette anni fa di contestare l’affidamento del servizio idrico al gestore privato. Acqualatina ha cercato diverse volte di forzare la situazione inviando squadre di tecnici accompagnati da vigilantes privati per sigillare i contatori, in una vera e propria guerra psicologica nei confronti dei cittadini. Il management francese aveva tentato anche di recuperare le bollette pagate al comune inviando migliaia di cartelle esattoriali attraverso Equitalia, perdendo però tutti i ricorsi presentati.
segue qui: http://www.ilfattoquotidiano.
--
Comitato Acqua Pubblica Velletri
acquapubblicavelletri@gmail.
comitatoacquavelletri.
domenica 1 luglio 2012
Da http://www.salviamoilpaesaggio.it
Un’onda di cemento si abbatte tra Roma e Latina
by lazio1 on giu 25, 2012 • 12:27 3 commentiComitati e Associazioni si mobilitano contro la realizzazione della “superpontina” e delle bretelle autostradali Tor Dè Cenci-A12 e Cisterna- Valmontone
Una colata d’asfalto e cemento sta per dare il colpo di grazia a ciò che rimane dell’agro romano e pontino.
I progetti relativi al nuovo corridoio a pagamento Roma-Latina, ribattezzato “superpontina” in quanto correrà parallelo all’attuale asse di collegamento tra la Capitale e il capoluogo, e alle due bretelle che uniranno la nuova opera alla A12, da Tor Dè Cenci a Fiumicino, e alla A1 tra Cisterna e Valmontone, hanno scatenato la protesta dei residenti delle aree interessate dai futuri, eventuali lavori.Per ora, infatti, a farsi strada sono solo i dubbi e le roventi polemiche sull’effettiva utilità di tali nuove arterie e sull’impatto ambientale delle stesse, che si preannuncia devastante, in termini di qualità della vita per le comunità locali.
Si sta parlando della realizzazione di “186,2 km di nuove infrastrutture,” si legge nel sito dell’Anas, “dei quali 99,8 km di autostrade (Roma– Latina A12 – Tor de Cenci e Cisterna-Valmontone)”.
Un’ opera che dovrebbe fluidificare il traffico delle zone interessate secondo i promotori, ma che gli esponenti del Comitato No Corridoio RM-LT per la metropolitana leggera, da tempo in prima linea contro quest’idea, contestano duramente.
“Opere inutili e devastanti“, afferma Gualtiero Alunni, Portavoce del Comitato, “senza alcun progetto e finanziamento. Che non risolvono alcun problema per i pendolari, l’ambiente e le comunità.”
Le controproposte del comitato sono chiare:
- Messa in sicurezza della Via Pontina;- Costruzione della metropolitana leggera Roma-Pomezia-Ardea;
- Potenziamento delle reti ferroviarie pontine, come il raddoppio del binario sulla linea Nettuno-Roma
- Ripristino delle 20 corse sulla linea ferroviaria Roma-Latina, tolte per l’entrata in funzione della TAV.
- Realizzazione dei parcheggi di scambio delle stazioni.
Tutte soluzioni molto meno costose e inquinanti, più efficienti e trasparenti.
La cura del ferro contrapposta a quella del cemento, quindi. Sembra essere questo il nodo fondamentale della questione.
“L’autostrada a pedaggio Roma-Latina è un progetto dissennato”, aggiunge Alunni, “perchè con molti meno soldi si potrebbe rendere sicura la Pontina preservando il territorio da lavori devastanti, ma il nuovo collegamento A12-Tor de Cenci è, se possibile, ancora peggiore: 16 km totalmente in viadotto e galleria e un ponte di 1,5 km alto 25 mt., dove centinaia di TIR e auto private, oltre 15.500 come dimostrato da uno studio trasportistico ufficiale, provenienti sia dal nord sia dal sud Italia, faranno ‘compagnia’ alle auto private bloccate quotidianamente in file interminabili, con la beffa di pagare anche il pedaggio.”E ancora, si produrranno a catena effetti devastanti come:
- le centinaia di ettari di terreni espropriati- l’abbattimento di decine di case
- lo sventramento del Parco Regionale di Decima-Malafede
- il forte impatto sull’area golenare del Tevere e sulla Riserva Statale del litorale Romano
- l’interferenza con due Siti d’Importanza Comunitaria (SIC) e con due aree archeologiche
- la chiusura di aziende agricole e produttive con la perdita di centinaia di posti di lavoro
- inquinamento acustico e atmosferico (CO2)
- una invasiva cantierizzazione che rallenterà ulteriormente la viabilità delle aree interessate
- la distruzione di centinaia di ettari di agricoltura biologica in particolare sul percorso della bretella Cisterna-Valmontone”.
E sui costi complessivi dell’opera non ci sarebbero ancora cifre chiare.
“Solo la bretella di Tor De Cenci costerà 500 milioni che si vanno ad aggiungere ai 2.720 già quantificati per la Roma-Latina, ma rimanendo da definire ancora 83 km, possiamo dire che i costi si aggireranno attorno ai 5 miliardi“.Il tutto per realizzare un’opera che rischia di non dare alcun beneficio alla fluidificazione del traffico.
“L’unica via d’uscita”, conclude il portavoce del Comitato No corridoio Rm-LT, “per salvare l’agro romano e la pianura Pontina da questo scempio e contestualmente risolvere i problemi storici di viabilità dell’area risiede nella costruzione della metropolitana leggera Roma-Pomezia-Ardea e il potenziamento della rete ferroviaria pontina, oltre che dalla messa in sicurezza della Via Pontina“.
Puntare su mobilità sostenibile, ferrovie, metropolitane leggere e riqualificazione delle strutture viarie già esistenti, quindi, per salvaguardare i territori e la loro bellezza e allo stesso tempo realizzare opere che siano davvero di pubblica utilità. Che siano realmente per tutti. La soluzione è semplice e a portata di mano, basta tenderla.
Marco Bombagi(foto tratta da Repubblica.it)
Iscriviti a:
Post (Atom)