Comitati e Associazioni si mobilitano contro la realizzazione della “superpontina” e delle bretelle autostradali Tor Dè Cenci-A12 e Cisterna- Valmontone

Una colata d’asfalto e cemento sta per dare il colpo di grazia a ciò che rimane dell’agro romano e pontino.

I progetti relativi al nuovo corridoio a pagamento Roma-Latina, ribattezzato “superpontina” in quanto correrà parallelo all’attuale asse di collegamento tra la Capitale e il capoluogo, e alle due bretelle che uniranno la nuova opera alla A12, da Tor Dè Cenci a Fiumicino, e alla A1 tra Cisterna e Valmontone, hanno scatenato la protesta dei residenti delle aree interessate dai futuri, eventuali lavori.
Per ora, infatti, a farsi strada sono solo i dubbi e le roventi polemiche sull’effettiva utilità di tali nuove arterie e sull’impatto ambientale delle stesse, che si preannuncia devastante, in termini di qualità della vita per le comunità locali.
Si sta parlando della realizzazione di “186,2 km di nuove infrastrutture,” si legge nel sito dell’Anas, “dei quali 99,8 km di autostrade (Roma– Latina A12 – Tor de Cenci e Cisterna-Valmontone)”.
Un’ opera che dovrebbe fluidificare il traffico delle zone interessate secondo i promotori, ma che gli esponenti del Comitato No Corridoio RM-LT per la metropolitana leggera, da tempo in prima linea contro quest’idea, contestano duramente.
Opere inutili e devastanti“, afferma Gualtiero Alunni, Portavoce del Comitato, “senza alcun progetto e finanziamento. Che non risolvono alcun problema per i pendolari, l’ambiente e le comunità.”

Le controproposte del comitato sono chiare:

- Messa in sicurezza della Via Pontina;
- Costruzione della metropolitana leggera Roma-Pomezia-Ardea;
- Potenziamento delle reti ferroviarie pontine, come il raddoppio del binario sulla linea Nettuno-Roma
- Ripristino delle 20 corse sulla linea ferroviaria Roma-Latina, tolte per l’entrata in funzione della TAV.
- Realizzazione dei parcheggi di scambio delle stazioni.

Tutte soluzioni molto meno costose e inquinanti, più efficienti e trasparenti.

La cura del ferro contrapposta a quella del cemento, quindi. Sembra essere questo il nodo fondamentale della questione.

“L’autostrada a pedaggio Roma-Latina è un progetto dissennato”, aggiunge Alunni, “perchè con molti meno soldi si potrebbe rendere sicura la Pontina preservando il territorio da lavori devastanti, ma il nuovo collegamento A12-Tor de Cenci è, se possibile, ancora peggiore: 16 km totalmente in viadotto e galleria e un ponte di 1,5 km alto 25 mt., dove centinaia di TIR e auto private, oltre 15.500 come dimostrato da uno studio trasportistico ufficiale, provenienti sia dal nord sia dal sud Italia, faranno ‘compagnia’ alle auto private bloccate quotidianamente in file interminabili, con la beffa di pagare anche il pedaggio.”

E ancora, si produrranno a catena effetti devastanti come:

- le centinaia di ettari di terreni espropriati
- l’abbattimento di decine di case
- lo sventramento del Parco Regionale di Decima-Malafede
- il forte impatto sull’area golenare del Tevere e sulla Riserva Statale del litorale Romano
- l’interferenza con due Siti d’Importanza Comunitaria (SIC) e con due aree archeologiche
- la chiusura di aziende agricole e produttive con la perdita di centinaia di posti di lavoro
- inquinamento acustico e atmosferico (CO2)
- una invasiva cantierizzazione che rallenterà ulteriormente la viabilità delle aree interessate
- la distruzione di centinaia di ettari di agricoltura biologica in particolare sul percorso della bretella Cisterna-Valmontone”.

E sui costi complessivi dell’opera non ci sarebbero ancora cifre chiare.

“Solo la bretella di Tor De Cenci costerà 500 milioni che si vanno ad aggiungere ai 2.720 già quantificati per la Roma-Latina, ma rimanendo da definire ancora 83 km, possiamo dire che i costi si aggireranno attorno ai 5 miliardi“.
Il tutto per realizzare un’opera che rischia di non dare alcun beneficio alla fluidificazione del traffico.
“L’unica via d’uscita”, conclude il portavoce del Comitato No corridoio Rm-LT, “per salvare l’agro romano e la pianura Pontina da questo scempio e contestualmente risolvere i problemi storici di viabilità dell’area risiede nella costruzione della metropolitana leggera Roma-Pomezia-Ardea e il potenziamento della rete ferroviaria pontina, oltre che dalla messa in sicurezza della Via Pontina“.

Puntare su mobilità sostenibile, ferrovie, metropolitane leggere e riqualificazione delle strutture viarie già esistenti, quindi, per salvaguardare i territori e la loro bellezza e allo stesso tempo realizzare opere che siano davvero di pubblica utilità. Che siano realmente per tutti. La soluzione è semplice e a portata di mano, basta tenderla.

Marco Bombagi
(foto tratta da Repubblica.it)