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venerdì 13 luglio 2012

La Repubblica,  Giovedì 12 luglio 2012

Acea, la delibera non si può approvare, il Consiglio di Stato: "Violati i diritti"
I giudici di Palazzo Spada hanno accolto il ricorso dei consiglieri di opposizione Smedile, Quadrana e Azuni che contestavano la procedura che ha portato allo slittamento di 50mila ordini del giorno. Alemanno: "Prendiamo atto della decisione". Miccoli (Pd): "A questo punto il sindaco si deve fermare ed evitare un ulteriore disastro". Legambiente: "La delibera è contraria alla volontà dei cittadini romani"

Colpo di scena: la delibera 32, che la maggioranza capitolina contava di approvare stanotte per poi procedere alla costituzione della Holding e soprattutto alle vendita del 21% di Acea, non potrà essere messa ai voti. Lo ha stabilito oggi il Consiglio di Stato che - su ricorso di Gianluca Quadrana (lista civica per Rutelli), Francesco Smedile (Udc) e Gemma Azuni (Sel) - ha bloccato i lavori dell'Aula Giulio Cesare disponendo, su proposta dell'avvocato Gianluigi Pellegrino, la sospensiva del provvedimento per violazione dei diritti delle minoranza.

Acea, la protesta prima del voto. Occupata l'entrata del Campidoglio / Foto

In sostanza, per i giudici di Palazzo Spada esiste il fondato sospetto che la procedura che ha portato, grazie a un blitz del centrodestra finito in rissa, allo slittamento dei 50mila ordini del giorno presentati dalle opposizioni, sia illegittima.

Da qui l'ok alla misura cautelare. Che ha come effetto lo stop ai lavori del consiglio comunale, che non potrà procedere oggi alla votazione della delibera e potrà imboccare due strade: o ripristinare i diritti delle minoranze
consentendo il voto sugli ordini del giorno oppure attendere l'udienza del prossimo 24 luglio innanzi allo stesso giudice amministrativo che esaminerà la questione nel merito.

Reazioni.
"Prendo atto della decisione - ha affermato il sindaco Gianni Alemanno - La nostra avvocatura ha presentato istanza affinché la riunione della V sezione che deve decidere definitivamente della sospensiva venga anticipata il più possibile in modo da non ritardare oltre l'iter di approvazione della delibera di bilancio".

Il presidente del consiglio comunale Marco Pomarici ha così annunciato che "su mandato unanime si è deciso di accantonare momentaneamente la delibera 32 e con la conferenza dei gruppi consiliari si è deciso di chiudere la seduta. Domani 13 luglio alle 15 è convocata la conferenza dei gruppi consiliari".

Soddisfatto il segretario del Partito democratico capitolino Marco Miccoli: "Come avevamo promesso il Pd sta utilizzando tutte le forme di lotta democratica  e popolare per bloccare questa vergognosa svendita dell'Acea e dell'acqua pubblica dei romani ai soliti noti. Oggi ci conforta anche la sentenza che di fatto blocca la svendita fino al 24 luglio, data in cui la vicenda sarà discussa nel merito e nelle sedi opportune. Il Consiglio di Stato ipotizza anche il rischio di danno grave per la città e per i cittadini. A questo punto Alemanno si deve fermare ed evitare un ulteriore disastro. La smetta anche di militarizzare il Campidoglio. Basta prove di forza, Alemanno ascolti la volontà dei cittadini e non si chiuda in un bunker".

Concetto è ribadito dal consigliere democratico Dario Nanni: "Questa sentenza la dice lunga sulla folle gestione della vicenda Acea da parte del sindaco. Il primo cittadino - prosegue Nanni - che in questi mesi non si è mai presentato in aula a difendere e sostenere questa sua volontà, venga oggi a riferire su quanto deciso dal Consiglio di Stato. E' l'ennesimo smacco a questa amministrazione. In questi quattro anni Alemanno si è dimostrato campione di errori e la vicenda Acea è la dimostrazione dell'incapacità di questo governo cittadino".

Francesco Storace, leader de La Destra, twitta: "Se Alemanno ascoltasse, eviterebbe le Figuracce. Su Acea ne ha fatta una mondiale. Tre mesi di consigli comunali gettati al vento". Più esteso il commento di Nando Bonessio, presidente dei Verdi del Lazio: "Dal consiglio di stato arriva l'ennesima certificazione del carattere e della cultura del centrodestra che governa la città, una cultura autoritaria, che calpesta le regole e i diritti delle minoranze, che non rispetta il voto che milioni di persone hanno espresso col referendum del 2011, e ha a cuore solo gli interessi dei soliti noti".

Legambiente, con ilo presidente degli ambientalisti laziali Lorenzo Parlati, inviata il sindaco a "ritirare la delibera" dopo "la sberla del Consiglio di Stato. La delibera è - per Parlati - sbagliata e contro la volontà dei romani, le procedure sono folli come abbiamo denunciato con i movimenti più volte fino a scrivere al prefetto nei giorni scorsi, l'assemblea capitolina è bloccata da mesi grazie all'opposizione aiutata anche dai veti incrociati di pezzi della maggioranza. Il sindaco non può continuare a tenere ostaggio sessanta consiglieri eletti e tutta la città per non fare la figuraccia di tornare indietro su una sua decisione. Basta - conclude Parlati - è ora di mettere un punto e mi auguro vivamente che siano gli stessi consiglieri a smetterla di far trattare così una delle più rappresentative istituzioni della nostra città, come l'assemblea capitolina".

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